lunedì 10 dicembre 2018

Agorosso raid 2018


Siamo alla seconda edizione dell’Agorosso Raid, dopo aver saltato la prima edizione, mi presento ad Almenno San Bartolomeo per correre nella categoria amatori (purtroppo) con il mio compagno che per l’occasione è Luca Pompele, mio ex compagno di squadra quando entrambi militavamo in Punto Nord.

Dopo i controlli di rito del materiale ci dirigiamo verso la partenza e alle 9.30 in punto si parte per la gara, i nostri rivali più temibili sul percorso corto sono Andrea Villa, fresco vincitore Rogaining Serra Cavallera nella categoria 8 ore, in coppia con Max Cusini, e la coppia mista Marco Colombo e Giuliana Arrigoni.

Il mio obiettivo è fare una gara di controllo su queste due squadre per poi lasciarci andare in discesa e se tutto sarebbe andato bene vincere la categoria maschile e fare il miglio tempo.

Io so che Luca avrebbe preferito fare una gara di testa cercando di staccare tutti fin da subito, ma secondo me era inutile strafare all’ inizio correndo il rischio di avere problemi alla fine.

Alla fine abbiamo trovato il giusto accomodamento in una via di mezzo, partendo allegri e mantenendo comunque il controllo sulle due squadre rivali. Così facciamo fino alla 2 poi nel tragitto 2-3 perdiamo di vista Andrea e Max che fanno una scelta diversa da noi e da Marco e Giuliana, non rivedremo più Andrea e Max fino al ritrovo.

Noi proseguiamo la nostra gara regolari cercando di scegliere sempre la via più sicura con il minor rischio di errore.

Dalla 3 alla 4 se fossi stato solo probabilmente sarei salito su dritto ma una volta sul punto Marco ci fa notare anche la via di destra, un più lunga ma sembra meno impegnativa fisicamente quindi optiamo per la via di destra in cui riusciamo a correre bene sciogliendo un po’ le gambe!

Procediamo ancora insieme all’altra copia fino a che loro tra la 4 e la 5 vanno un po’ lunghi fortunata mente io me ne accorgo e iniziamo a salire cercando comunque la via più semplice in mezzo ai sassi.

Proprio in mezzo hai sassi iniziamo a prendere vantaggio da Marco e Giuliana timbriamo con margine la 5 e qui decidiamo che è ora di provare a fare un allungo come si deve per chiudere la partita.

Sinceramente io speravo in una discesa più pulita anche più tecnica ma pulita, infatti c’erano tantissime foglie a terra ed erano parecchio scivolose e non ci permettono di aggredire la discesa come vogliamo.

Una volta iniziata la discesa non smettiamo più di correre fino all’arrivo dove giungiamo con un tempo di 2:15:10 aggiudicandoci la vittoria



Sotto il link con le tracce GPS  
http://3drerun.worldofo.com/2d/index.php?idmult%5B%5D=-526858&idmult%5B%5D=-526860&idmult%5B%5D=-526898

mercoledì 28 novembre 2018

TOC 2018


L’ultimo week end di gare nazionali io lo inizio di giovedì prendendo parte alla 4 giorni del TOC (Toscana Orienteering Classic), in realtà 4 giorni ma 5 gare.
Le prime due gare sono in bosco e si svolgono ad Abbadia San Salvatore sulla carta del Monte Amiata.
Due gare middle in un terreno un po’ rognoso con parecchio verde e zone in cui non avevo molto riscontro tra cartina e realtà.
La prima gara è stata particolarmente ostica, a primo acchito mi sembrava di aver fatto parecchi errori ma riguardando la carta con la traccia GPS mi sono reso conto che non ho fatto così tanti errori perché ho fatto un grosso errore alla 3 che non mi tornava per nulla la cartina e la stessa cosa mi è capitata alla 14 in cui c’ erano parecchi più muretti di quelli segnati in carta.
Nella seconda invece mi sento meglio fisicamente e più a mio agio con la carta
Parto bene deciso senza voler strafare, arrivo fino alla 7 senza commettere grossi errori ma poi, per andare alla 8 non capisco bene come uscire dal punto e finisco parecchio basso quindi sono costretto a risalire la riva costeggiando il privato e la cosa mi ha fatto perdere parecchio tempo.
Nota positiva delle due tappe di bosco è stata la soddisfazione di recuperare in gara Matteo Zoppè che partiva 4’ di me nella seconda tappa.




Alla sera del secondo giorno ci prepariamo per la tappa in notturna in quel di Castel Nuovo dell’Abate, per una gara a sequenza libera, difficoltà più grande di queste gare è fare la sequenza migliore e non dimenticare nessuna lanterna.
Io come sempre non azzecco la sequenza migliore perché opto per fare i punti più lontani e con le tratte più lunghe subito all’ inizio quando sono ancora fresco (se si può essere freschi dopo due gare in bosco).
Non solo sbaglio la sequenza ma faccio anche due grossi errori per andare dalla 38 alla 37, non vedo la strada che entra di lato nel campo quindi la prendo dall’alto e questo mi ha portato a fare il secondo errore, appena entrato nel campo prendo subito la via a destra quando dovevo scendere dritto.
Dopo questi svarioni all’inizio, resetto la mente e cerco di concentrarmi a non fare più errori e ci riesco anche se le gambe non girano per niente come voglio e mi sento piantato. Termino la gara ma non ero per nulla soddisfatto per la mia prova.



Altro giorno altra prova, siamo già a sabato e qui si inizia a fare sul serio con le finali di coppa Italia e sprint race tour, oggi ci troviamo a San Giovanni d’Asso e ritrovo tutta la squadra, ma la stanchezza inizia a farsi sentire ma come sempre cercherò di dare il massimo.
Prima di andare in partenza mi giungono voci di parecchi PE/PM questo mi fa addrizzare le antenne soprattutto nei primi punti.
A questo punto della 4 gg non posso permettermi errori, devo entrare in classifica in tutte le gare per non vanificare quello fatto nelle prime 3 prove.
Corro ad un ritmo contenuto nei primi punti, essendo tutti punti in campo aperto è facile timbrare un punto che non è dei tuoi.
Arrivati in centro ritrovo un ritmo più decente gli unici errori che commetto sono nel castello dove ho avuto un calo di concentrazione, con questi errorini mi accorgo che Aron Gaio mi è alle costole, so già che lui in classifica finirà davanti a me, ma voglio tenermelo dietro fino alla fine, lui riesce a timbrare la 100 una frazione di secondo prima di me ma nel rettilineo di arrivo riesco a riprenderlo e a passarlo.




Ultimo giorno dell’ultima trasferta nazionale dell’anno siamo a Montalcino.
In questa giornata la cosa più difficile è sopravvivere alla quarantena, e poi, ma in secondo piano per una volta, fare una gara decente.
Dopo ore in quarantena e 30 minuti di riscaldamento, tocca a me e giustamente si mette a piovere in modo più intenso.
Prendo il via e subito mi carico sulle spalle un errore nel primo parchetto ma non ci penso voglio solo portare a casa la gara senza errori che compromettano la classifica generale del TOC.
Ma gli errori non sono finiti come per esempio alla 11 che non capisco bene da che parte prenderla e ovviamente io becco la più lunga.
Sbaglio anche la 14 che faccio la scelta più impegnativa con la pendenza maggiore, poi tutto “liscio” fino alla fine.
Concludo questa lunga e bella trasferta in terra Toscana così come la mia stagione agonistica.
Prossima gara l’Agorosso Raid a dicembre e sarà veramente l’ultima gara dell’anno.


venerdì 16 novembre 2018

Campionato italiano sprint relay e coppa Italia Long


Dopo un lunghissimo week end sul lago di Garda, mi sposto in Primiero dove prenderò parte: prima al campionato italiano Sprint Relay a Mezzano e poi all’ultima prova di Coppa Italia in bosco.

Arrivo hai campionati italiani parecchio stanco fisicamente e con la consapevolezza che lo star lontano per tre mesi dalle cartine mi avrebbe dato parecchi problemi in un centro come Mezzano.

Quest’anno la mia staffetta è composta da Elisa, con cui ho corso i due precedenti campionati sprint relay, e Edoardo.
Io sono in seconda frazione come l’anno scorso a Bobbio, faccio subito un enorme casino alla 1 perdendo parecchio tempo ma dopo aver girato praticamente tutta quella zona di Mezzano trovo il primo punto e cerco di trovare un ritmo di corsa che mi permettesse di leggere bene la carta per non fare altre stupidate come quella alla 1.

Più o meno ci riesco ma mi rendo conto che ho ritmo che fa schifo, non riesco ad essere incisivo ne in salita ne sciolto in discesa e questo mi sconforta una po’ ma le gambe sono ancora stanche dalla Limonextreme, a questo punto mi metto l’anima in pace e cerco di fare una gara regolare senza commettere più errori.

Purtroppo non c’è molto altro da dire di questa quindi mi limito a dire che con regolarità e l’accortezza di controllare i codici, riusciamo ad entrare nei primi 20.




Il giorno dopo ci trasferiamo a Caltena, dove prenderemo parte all’ ultima coppa Italia Long. Ci arivano all’orecchio voci che parlano di una gara lunga ( ovvio è una Long) ma anche parecchi impegnativa fisicamente, questa cosa mi esalta, so che sono pronto fisicamente per queste cose e domenica mattina sono parecchio carico con tanta voglia di far bene!!

Prendo il via e mi trovo a mio agio sia con il terreno che con la cartina, affronto il primo punto in sicurezza per prendere ancora più confidenza con la zona, già alla seconda faccio un errorino ma sono tranquillo, la gara è ancora lunga e c’è spazio per recuperare o, cosa più probabile, per sbagliare ancora di più.

Continuo la mia prova senza pensare agli errori fatti e le buone sensazioni che ho avuto in riscaldamento, sono venute con me anche in gara e mi 
accompagnano fino alla rovinosa caduta appena prima del punto 7 in cui ho sbattuto violentemente il ginocchio contro un sasso.

Dopo questa caduta raggiungo il punto e mi siedo un attimo, ,mangio del miele e cerco di riprendermi,  mentre sto per rialzarmi e ripartire, arriva Andrea Bruno che mi chiede come sto e se riesco a continuare,  io decido che posso provarci tanto in fin dei conti se non riesco in qualche modo devo tornare verso il ritrovo allora tanto vale provare a rimanere in gara così nel caso che il ginocchio non mi faccia male, posso qanche tentare di finirla.

Continuo con Andrea al 14° punto quasi ma per arrivare a questo punto, più precisamente nella discesa dalla 13 il ginocchi mi faceva particolarmente male quindi, arrivato nel prato prima della 14 ho deciso che non sarei stato in grado di affrontare la sassaia e quindi mi incammino sconsolato verso lo scarico si card  per annunciare il mio ritiro.



mercoledì 7 novembre 2018

LIMONEXTREME SKYRACE


Sono a Limone del Garda e siamo alla fine delle World Series di Skyrunning, dopo aver passato indenne il cancello più difficile, l’ iscrizione, è arrivato il momento di ritirare il pacco gara, attaccare il pettorale alla maglietta e scaldare le gambe!

Sabato 13 Ottobre mi trovo sul lungo lago di Limone insieme a tanti atleti di Skyrunning di fama mondiale come Anton Krupicka, Nadir Maguet, Jan Margarit Solè, Marco De Gasperi, Davide Magnini, Remi Bonnet, Kilian Jornet Burgada, Elisa Desco, ma non solo skyrunner ci sono anche parecchi orientisti al via come: Tove Alexandersson (pluri-campionessa mondiale ed europea), Mårten Boström, Judith Wyder (solo come spettatrice ma vincitrice del K+ la sera precedente) e parecchi atleti dell’ IFK Lidingö  
.




Basta scaldarsi, il sole scalda anche fin troppo per essere Ottobre, dopo la presentazione dei top runner, è il momento di fare sul serio e fare fatica.

Prima dobbiamo districarci nei vicoli di Limone senza distruggere quelle poche cose che i negozianti non erano riusciti ritirare nel locale e senza investire qualche spettatore. Dopo l’inizio con dei piccoli su e giù arriviamo sulla statale per gli ultimi metri in piano prima di dimenticarci cosa voglia dire correre, o camminare, in piano.

Lasciamo l’asfalto e iniziamo a salire su un terreno molto friabile, come mi aspettavo, subito il terreno e la salita ha iniziato a mettere al suo posto le persone, parecchi di quelli che mi avevano superato nella prima parte me li vedo passare accanto o fermi a bordo sentiero per riprendere fiato.

Mi impongo di salire ad un ritmo costante, senza strafare, anche se sulla prima salita c’era parecchia gente che ci incitava e ti spingeva a dare tutto ma bisogna corre con la testa oltre che con le gambe e devo fare i con la mancanza dei bastoncini che mi aiutano e mi tolgono un po’ di fatica dalle gambe; la cosa mi riesce e arrivato al primo ristoro mangio qualcosa ma non troppo per non appesantirmi e soprattutto per non perdere il gruppo in cui ero che tiene un ritmo adeguato per il me e facciamo il tratto fino al successivo ristoro praticamente insieme.

A questo ristoro che poi sarà anche il 4° prendo un po’ più di tempo come tutti gli umani, del resto, attraversiamo il ponte e iniziamo “l’anello” che inizia una bella discesa abbastanza tecnica nel bosco seguita da un breve sali e scendi per poi attaccare una nuova salita ma questa volta più ripida ed impegnativa. In discesa mi sento bene e mi lascio andare e inizio a forzare il ritmo per vedere chi mi segue, solo in 2 mi seguono e arriviamo insieme al ristoro posto poco prima del cancello orario, continuiamo insieme per i primi sali e scendi poi saranno loro a forzare il ritmo per provare a staccarmi e questo avviene, inizialmente la cosa mi scoccia ma poi mi rendo conto che forse non è un male e continuo di buona lena a salire, con un dolore alla schiena che mi assilla da quando ho terminato la discesa, passando tratti esposti e con corde fisse fino a ritornare al ristoro, qui ritrovo i due che mi hanno staccato i salita che riconsegnano i pettorali e si fanno spiegare la via più breve per tornare a Limone del Garda mentre mi rifocillo sento che il dolore non tende a diminuire e chiedo ad uno dei medici se può manipolarmi per far si che il dolore si attenui un po’, mi fa stendere a terra e dopo un paio di manipolazioni mi alzo e sono pronto per ripartire “ come nuovo” o quasi.

Dopo la manipolazione fatico a rimettermi a correre subito ma proseguo comunque camminando anche perché la strada inizia a salire con pendenze cattive fin da subito.
La salita da prima si snoda all'interno di un bosco per poi terminare in mezzo a dei prati in cui avanzo più con la testa e con il cuore che con le gambe, questa salita ci porta al monte Carone da cui si snoda una discesa molto tortuosa e tecnica che mi fa ritrovare la voglia di correre e continuerò fino alla linea del traguardo, fermandomi solo per i ristori.

Terminata la discesa iniziano una serie di su e giù che sembrano infiniti ma finalmente vedo il cartello che indica l’inizio della discesa, con una frase che fa riflettere, se non sei in gara, perché se sei in gara vuol dire che proprio sano non lo sei, ma parecchi lo, come se fosse la porta dell’inferno, per me è una bellissima vista perché significa potersi lasciare andare e scendere a tutta velocità fino a sentirsi in grado di spiccare il volo, sperando ovviamente di non volare a terra o contro ad una roccia o peggio cadere fuori sentiero finendo sul fianco della montagna.

Inizio la discesa senza timore e senza pensarci troppo, metto solo in pratica quello che ho fatto a Cervinia durante il Vk- del CXT, svuotare la mente, non pensare a nulla, lasciare che l’istinto e l’esperienza acquisita nell’orienteering mi facciano arrivare in fondo tutto intero.

Supero la parte più tecnica e difficile della discesa indenne senza travolgere nessuno, recuperando qualche posizione fin o a giungere in boschetto di conifere dove per un secondo ho rischiato di vanificare tutto affrontando una salitella di slancio arrivando al suo culmine inciampo, non so nei miei piedi o in una radice, rischiando di cadere proprio mentre inizia un'altra discesa ma riesco, non so come, a rimanere in piedi.

Dopo questa roccambolesca azione, in cui non ci ho capito nulla, continuo a scendere attraverso la pineta fino a raggiungere l’ultimo ristoro dove mi fermo giusto il tempo di mezzo bicchiere d’acqua e guardare l’orologio e rendermi conto che posso stare sotto le 6 ore.

Riparto a tutta velocità, proprio come se non ci fosse un domani, ad ogni piccola salita o leggero falso piano e spingo come se fossero gli ultimi metro e inizio a recuperare atleti, appena ne supero uno, ne vedo subito un altro in lontananza e mi impongo di dare tutto fin che non lo prendo e lo supero, a questo punto non  ci faccio nemmeno più caso su che tipo di terreno sto correndo, anche quando ci sono degli scalini li passo via di volata senza accorgermene, quando vedo in lontananza il lago prendo nuova carica e spingo ancora ma purtroppo fino all’arrivo non c’è più nessuno ma tutta la gente che si trova sul lungo lago che fa il tifo per noi mi da la carica e mi fa dimenticare la fatica.

Taglio il traguardo della Limonextreme in 5:59:19 togliendomi la soddisfazione di finirla sotto le 6 ore, già finirla per me sarebbe stata una grandissima gioia.




mercoledì 24 ottobre 2018

ESTATE 2018 E CAMPIONATO REGIONALE LONG


Dopo la Dolomyths run Sky e un intensa estate di allenamenti tra le colline di casa e i monti della Valle d’Aosta, in cui ho preso parte anche a due gare del Cervino X Trail: il Km verticale che vedeva tra i partenti personaggi del calibro di Nadir Maguet, Bernard e Martin Dematteis, Mathieu e Bruno Brunod, e il Km negativo ( o meglio 800m di dislivello negativo) con un lotto di concorrenti più ristretto, in entrambe le gare ho avuto problemi di stomaco che mi hanno limitato soprattutto nella salita. La gara negativa è stata particolare e molto bella, l’ unica cosa che si potrebbe rivedere è la classifica finale, che non fa distinzione tra i concorrenti che prendono parte solo alla gara in discesa da quelli che affrontano anche il km positivo ( che sono nettamente più stanchi), comunque, a parte questo riesco a classificarmi in 6° posizione in discesa mentre in salita posso solo vantare di aver battuto Bruno Brunod.

con Martin e Bernard Dematteis



Dopo queste due gare ho continuato a correre in montagna con l’unico scopo di passare più tempo possibile sui monti senza badare a tempi di percorrenza, km o dislivelli, c’ero solo io e la natura.
Al rientro dalla montagna mi aspettava un periodo di transizione, visto che per me non era possibile prendere parte ai campionati italiani sprint e long che quest’anno si sono svolti in Puglia e non sapendo se sarei riuscito ad iscrivermi alla finale delle World Series di Skyrunning a Limone del Garda, ovvero la Limonextreme, non sapevo se allenarmi sul lungo sul lungo o per le gare di orienteering, ma alla fine ho deciso per il lungo e ho avuto ragione perché sono riuscito ad iscrivermi alla Limonexetreme!!!

Il week end prima della Skyrace, ho preso parte al campionato Lombardo Long che si è svolto a Ceci dove circa un anno fa abbiamo gareggiato in mezzo alla nebbia dopo il Campionato Italiano Sprint Relay di Bobbio.

Quest’anno arrivo a Ceci con la convinzione di essere molto meno pronto a livello orientistico che a livello fisico. Inizio la mia gara co un errore di scelta, decido che per andare alla 1 è meglio tagliare che andare su sentiero ma me ne sono pentito e poi ho corretto salendo su sentiero dopo non aver capito bene a che punto ero della tratta.

Continuo bene con qualche sbavatura in alcune tratte come alla 2 che arrivo basso e alla 8 che arrivo molto basso finendo sotto la strada asfaltata, tutto causa di un errore di valutazione quando sono sceso dalla collina pensavo di essere sulla strada che sale verso nord invece ero sull’ altra. Dopo questa continuo bene fino alla fine








sabato 18 agosto 2018

Dolomyths run Sky


Qualcuno mi ha chiesto da dove è nata l’idea di prendere parte ad una delle gare Classiche dello Skyrunning mondiale, una delle poche rimaste in Italia, io rispondo che tutto nasce quando un giorno per caso ho visto il video della 16° edizione in cui due grandissimi interpreti di questa disciplina si affrontano in un duello senza esclusione di colpi sia in salita da Canazei al Piz Boè e in discesa per la Val Lasties fino a tornare a Canazei, queste due persone sono, ovviamente, Kilian Jornet Burgada e Marco De Gasperi.

Però credo che il colpo di grazia me l’abbia dato Dario Pedrotti con il suo libro “Diari di uno Scairanner” in cui racconta delle sue varie edizioni per togliersi una soddisfazione, forse più grande di finire la gara, quella di finire la gara correndo il percorso originale che comprende il raggiungimento dei 3152m del rifugio Capanna di Fassa in cima al Piz Boè.

A me fortunatamente è andata meglio alla mia prima partecipazione ho la possibilità di gareggiare sull’ intero percorso anche se con molte molte preghiere per evitare che a causa del maltempo accorciassero la gara e ci impedissero di raggiungere la cima e per evitare che una nuvola mi impedisse di godermi lo spettacolo di un paesaggio lunare e magico.

Il sogno inizia tramutarsi in realtà quando sabato vado a ritirare il pettorale che inizia a darmi un segno tangibile che non sto sognando ma che è tutto reale! Al ritiro del pacco gara vengo a conoscenza della regola che impedisce di portare i bastoncini oltre la forcella Pordoi, questo mi spiazza parecchio perché speravo di averli anche sulla salita al Boè. Poco importa, siamo in ballo e balliamo, alla sera vado al briefing in cui, prima di iniziare, ci mostrano le immagini delle edizioni precedente e rivedo il duello di cui ho parlato prima e la cosa mi gasa parecchio!!!

Dopo un incontro molto interessante in cui hanno spiegato il percorso e le zone tecniche mi resta soltanto solo di attaccare il pettorale alla maglietta e prendere il via ma prima vado a vedermi la presentazione dei TOP runner!!

Finalmente domenica mattina, arrivato a Canazei inizio a fare un po’ di riscaldamento prima di prendere posto nel secondo gruppo i partenti.
L' ora è giunta si parte e si inizia subito a salire prima asfalto ma ben presto lo lasciamo per iniziare a salire su una lunga pista da sci che ci porterà al passo Pordoi dove è situato il primo controllo e anche il primo ristoro, a questo punto per la prima volta dalla partenza mi concedo di guardare il cronometro e mi indica circa 58’, da li si continua a salire fino alla Forcella del Pordoi sulle famose Z, so che posso farle in circa 50/55’ (tempo fatto ad ottobre durante un allenamento). Riparto da passo Pordoi più rilassato perché so di riuscire a rimanere nel cancello orario, quindi cerco di salire con un ritmo costante senza strappare, alla fine le percorrerò in circa 38’.

A metà della salita già si sente lo speaker dalla forcella del Pordoi che ci incita a salire e spingere fino alla fine citando le parole di Leonida nel film ‘’300’’: “ Ricordatevi che questo giorno è vostro e lo sarà è per sempre”
Arrivato alla forcella lascio i bastoni e dopo aver bevuto qualcosa riparto verso il Piz Boè, in questa leggera discesa trovo due amici orientisti Riccardo e Tommaso Scalet che sono li a fare il tifo, la cosa mi fa molto piacere e mi da la carica per continuare a spingere!

Affronto la salita alla Capanna Piz Fassa in modo molto regolare per poi affrontare la discesa in modo decente. Finalmente inizia la discesa, all’ inizio sono molto restio a lasciarmi andare, dopo la caduta in allenamento in Valsavaranche e sapendo dal briefing che la prima parte è quella più difficile tecnicamente, i problemi arrivano quando arrivo al rifugio Boè da cui inizia un ultimo strappetto in salita in cui inizio ad avere problemi di crampi che mi assilleranno ad intermittenza lungo tutta la discesa.

La discesa per la val Lasties è veramente bellissima e mi sarei potuto divertire un casino se non fosse stato per i crampi che mi impedivano di correre in maniera fluida e naturale.

Alla fine arrivo a Canazei con il tempo di 3:49:27 chiudendo in 4….
Questa gara mi ha fatto capire che devo lavorare ancora moltissimo sia a livello fisico sia a livello di gestione della gara. La voglia di migliorare c’è e un po’ di sana follia anche!

Quindi ora ci si torna ad allenare in vista del Cervino X Trail VK+ e VK-







domenica 17 giugno 2018

2 Giorni Del Resegone


Ultimo week end di gare nazionali prima della pausa estiva dove tornerò ad occuparmi di skyrunning.

Ma torniamo alla due giorni che mi vedranno impegnato, al sabato, in una prova cittadina a Merate (LC) e alla domenica a Fuipiano in Val Imagna (BG), entrambe le gare sono WRE e al via ci sono anche atleti provenienti da altri paesi del mondo.

Dopo quasi due ore di quarantena in una palestra di arrampicata, l’ideale per far passare il tempo facendo qualche via, è arrivato il momento di prepararsi e partire per il warm up ed entrare in clima gara.

Dopo il riscaldamento è arrivato il momento di fare sul serio prendo la cartina e parto deciso verso il primo punto deciso ma non velocissimo, poi cerco di andare in progressione e passo al punto 4 con il 22° tempo ad 1’ di distacco dal miglior tempo fatto segnare da Andrea Seppi.

Dopo il  5° punto inizia la parte tecnica di Merate, per andare alla 6 ci sono 3 scelte possibili, io decido di passare dalla 8 poi passare sotto il portico. Per la 7 invece purtroppo non leggo bene la descrizione punto e perdo qualche secondo capire che è nel portico.

Da qui alla 13 tutto bene poi il disastro o quasi alla 14 in cui mentre sto uscendo dal parco mi rendo conto che nella mia scelta c’è recinto non attraversabile e purtroppo non vedo la scelta alta e decido di fare dietro front e prenderla da sotto che si ha meno dislivello ma è parecchio lunga gli split mi danno 49’’ di errore su questo punto.

Dopo il cambio carta vengo raggiunto da Paride Grava tra la 16 e la 17 e cerco di rimanere sulla scia per cercare di aumentare il mio ritmo ma alla 19 ho dovuto lasciarlo andare. Come ciliegina sulla torta, nei portici della 20/21 mi trovo un furgoncino che non riesco ad sorpassare e mi fa cambiare scelta della 21 all’ ultimo.

Chiudo questa prova opaca in 21:35 in 23° posizione. L’ unica soddisfazione è stata quella di battere un atleta Moldavo e due atleti di Hong Kong




Passiamo alla domenica dove gareggeremo a Fuipiano in Val Imagna (BG) in una gara middle sempre WRE.

Lascio il ritrovo con aspettative pari a 0 proprio perché nelle gare middle faccio veramente schifo, l’ unica cosa che mi rende felice è che siamo “ in quota” rispetto a dove abito e macinerò un po’ di dislivello con questa gara.

Una volta che ho in mano la carta mi rendo conto che fino alla 5 è praticamente tutto in salita tranne la 2 che è in costa.
Nei primi tre punti ne combino di tutti i colori arrivo troppo a sinistra (all’altezza del ruscello) per la 1; alla 2 arrivo alto e lungo prima di capire che ero fuori rotta; alla tre invece arrivo su un punto che è posto nell’ avvallamento a destra con le due roccette all’interno, sinceramente nella zona della 3 mi tornava poco o nulla.

Finalmente alla 4 mi sblocco e inizio a navigare bene facendo solo piccoli errori in zona punto esempio alla  10 arrivo leggermente corto.

Alla 11 sicuramente non faccio la scelta migliore ma, nella tratta 7-8 correndo sul sentiero sentivo le gambe girare bene e ho deciso di sfruttare la cosa prendendo la traccia presa per la tratta 7-8 e attare il punto 11 dall’alto in questa tratta incontro Guglielmetti (svizzero del Gold Savosa) con cui faccio fino alla 12 poi mi stacca andando verso la 13.

Io non mi demoralizzo e continuo con il mio ritmo riuscendo a non sbagliare fino alla 15.
Alla 16 invece per evitare di finire in mezzo a quello schifo di grezzo in cui non si passava decido di attaccare il punto dai due cocuzzoli e questo mi porta ad arrivare alla carbonaia quindi leggermente a sinistra del punto.

Con mia grande sorpresa alla 17 riprendo Guglielmetti, mi metto in modalità folle per poter stare al suo passo in discesa mi lancio al suo inseguimento fantasticando su un possibile sorpasso nel rettilineo finale, anche se sapevo che era praticamente impossibile.

Al finish guardo l’ orologio e segna 55:16 e mi rendo conto che senza gli errori iniziali avrei potuto fare davvero una buona prova, ma prendo le cose come vengono e una gara così per me è già una gran gara.

Anche nella middle mi prendo la soddisfazione di battere uno svizzero due atleti di Hong Kong e un Moldavo.







martedì 5 giugno 2018

Campionato Italiano Relay


È domenica, dopo la prova opaca del sabato, sono pronto al riscatto e sono molto fiducioso, solo mentalmente però, perché sento le gambe  molto pesanti dopo la middle, poco importa darò tutto quello che ho per fare un buon lancio della staffetta B dell’A.S.D Agorosso.

Arriviamo a Passo Lavazè, fortunatamente non piove, inizio il riscaldamento ma le gambe restano pesanti…


Il momento è giunto, ci schieriamo dietro alle carte e ci ritroviamo schiacciati come sardine, mi ritrovo tra il mio compagno Giacomo Barbone (che apre la staffetta A) e Claudio Balbo (Oricuneo).
Mentre sono nello schieramento “pronto” a partire sento lo speaker che fa il conto alla rovescia, e proprio in questo momento sento la mancanza di Stegal, “the voice” dell’ orienteering italiano, che ci carica come solo lui sa fare.

Partiamo, le gambe non sentono ragioni e non vogliono andare quindi decido di metterla sul ritmo e cercare di non far errori, tralasciando l’ idea di mettermi in treno con qualcuno di forte.

Alla 1 sono ancora in treno con qualcuno ma già alla 2 sono solo, uscendo male dalla 1 lascio ogni residua velleità di rimanere accodato a qualcuno, mi ritrovo nella palude prima dell’ incrocio dì sentieri prima tra la 3-4 e impiego un po’ per capire dove ero, una volta ri-orientato faccio dalla 3 alla 5 senza intoppi.

Ma la 6, quella maledetta 6, esco malissimo dalla 5 ma convinto di essere in direzione ma la realtà dice che ero fuori di quasi 90° arrivando alla freccia nera a destra del punto, butto via un sacco di tempo per ricollocarmi, dopo questo svarione vado via più regolare senza commettere altri errori grossi solo un indecisione alla 11 e alla 16.

Chiudo la mia prova in 59.51





domenica 3 giugno 2018

Campionato Italiano Middle


Dopo un fine settimana su luunghe distanze, passiamo a distanza molto più corte in cui si assegnano i titoli tricolori sulla middle distance e in staffetta.

Il mio week end inizia il venerdì, quando con Andrea Bruno e Claudio Balbo raggiungiamo Varena per fare il model event insieme agli amici del CCR, Michele Fiocca e Giacomo Nisi, decidiamo di andare tranquilli fino alla 127 per scaldarci e poi di partire da li simulando il lancio della staffetta seguendo tutti lo tesso ordine (124-128-125-126-129) con un'unica regola, VIETATO usare i sentieri. Mi sento stranamente molto bene, ho buone sensazioni e un buon feeling con il terreno, commetto solo un errore tra la 129 e il finish perché ormai avevo spento il cervello.



Campionato middle
  
È sabato mattina e mentre ci dirigiamo verso passo Lavazè il cielo si fa sempre più cupo e da li a breve si prevede pioggia. Mi sbrigo a raggiungere la tenda dio società, nel tragitto mi pento di non aver porato con me indumenti pesanti, non tanto per la gara ma per il pre- post gara.

È giunta l’ora, inizio a prepararmi e a ricercare la concentrazione, terminati i preparativi inizio il riscaldamento e giustamente inizia ad intensificarsi la pioggia, una volta arrivato dove si ritiravano le descrizioni punto non trovo la mia e ci metto un po’ a capire che viene consegnata al -3, già partiamo male…

Finalmente tocca a me, prendo la cartina e ad un primo sguardo resto un po’ spiazzato da dei cerchi così grandi ma va beh poco importa la gara è iniziata ed è il momento di far andare le gambe.

La 1, stranamente, ma bene ma già alla seconda inizio ad andare a funghi, purtroppo fuori stagione, ma qui riesco a metterci una pezza senza perdere troppo molto ma comunque troppo per un punto così.

Alla 3 arrivo leggermente lungo al sentiero dopo il ruscello; ora arriva il primo errore grosso, alla 4 pascolo e parecchio facendo segnare ben 384 secondi di erroreee!!!! In pratica sono finito nel paludino sotto alla 5, alzando la testa ho visto il punto e per avere una conferma salgo a controllare il codice sperando fosse la 5 e così era!! Da li attacco la 4 ma scendo troppo dritto e finisco per prenderla da sotto.

Dopo questo punto faccio 5 punti di fila veramente bene senza sbagliare nulla, mi stupisco di me stesso, sotto una bellissima grandinata, come se già la pioggia non bastasse.
Tutto quello che non lascio sul terreno tra la 5 e la 10 li perdo nella tratta 10-11; parto inizialmente bene seguo un po’ la pista da sci fino ad oltrepassare il boschetto per poi tagliare la curva e dirigermi verso il bosco, sono sicuro di dove sono ma non mi tornano le cose, ne il cerchietto nero e ne tanto meno, davanti a me, c’è un bosco un bosco che si possa definire bianco ho tentato di entrare un po’ sulla fiducia nelle mie capacità tecniche ma con scarsi risultati, poi con la traccia GPS scoprirò i essere arrivato a sole 2 curve di livello dal punto in direzione giusta, allora risalgo e decido di muovermi sulla pista per cercare di capire dove ero rispetto alla curva che avevo tagliato, una volta avvistata ero esattamente dove pensavo di essere allora decido di scendere cercando di andare il più dritto possibile, purtroppo tendo un po’ a sinistra e questo mi porta a finire sopra alla paludina ma capisco l’ errore e subito correggo il tiro.

Riprendo fiducia e mi lancio in discesa verso la 12 che trovo senza grossi problemi, a questo punto mi sento bene e non sento il peso degli errori commessi fino a quel momento e decido di rimanere fuori dal sentiero per la 13, questo punto mi solleva il morale perché giungo sul punto insieme ad un atleta del Tarzo con il quale avevo timbrato la 12 praticamente insieme.

La tratta 13-14 decido di scendere fino al sentiero basso per poi arrivare al secondo sentiero che scendeva, ma vuoi fili tutto per verso giusto? Non se ne parla… infatti arrivato al primo sentiero, non so perché penso di essere già arrivato e scendo ma capisco che il sentiero non segue la linea che mi ero immaginato guardato la cartina, mi fermo e mi ricolloco e noto di essere al sentiero prima e decido che ormai non ho più nulla da perdere e mi lancio in un taglio sotto la linea rossa, sorprendentemente mi viene anche abbastanza bene…

Per il resto la gara fila bene con un piccola sbavatura calcolata alla 17 perché in quel punto il mio obiettivo era attraversare la palude fino al sentiero e poi sistemare il tiro verso il punto.


Concludo una prova a tratti buona e a tratti parecchio opaca con un tempo davvero impietoso 1:05:54 in 54° posizione.



giovedì 24 maggio 2018

Nirvana Raid 2018


Il mio ultimo Nirvana Raid risale al 2016 in quel di Abbadia Lariana con Lorenzo Pinna, hai tempi si gareggiava sul percorso corto (15 km + 800 m), quel giorno ci aggiudicammo il 3° posto dopo un errore di scelta durante la discesa dal manavello; da quel giorno ci siamo ripromessi che la prossima volta che avremo preso parte a questa gara lo avremmo fatto sfidando il percorso lungo!

Dopo un anno in cui le nostre preparazioni si sono focalizzate su altri obiettivi, il team Aggressive Panda 2 torna al Nirvana Raid con un unico obiettivo FINIRE il percorso Pro!

Per una volta l’idea di fare di gareggiare non è la mia ma di Lorenzo che due settimane prima del secondo week end di gare nazionali a Vittorio Veneto e Cansiglio, mi scrive chiedendomi se avessi intenzione di farlo…io inizialmente non ero molto dell’idea ma ammetto che Lorenzo non ha faticato molto a convincermi!

È cosi che il 13 Maggio alle 7 del mattino arriviamo a Valbrona (CO), siamo i primi ad arrivare mancava anche la maggior parte degli organizzatori, così posso concedermi un caffe prima di finire gli ultimi preparativi del materiale, nel frattempo arrivano gli organizzatori.

Ritiriamo il pacco gara, riempio la sacca idrica e sistemo il materiale obbligatorio per la gara, mi metto il tape nei punti dove so che possono venirmi le vesciche dopo tante ore di corsa in montagna, appena finito, neanche farlo apposta, Mario chiama a raccolta i concorrenti del percorso 
Pro per il Briefing pre-gara.



I “matti”, cosi saremmo definiti dalle persone che non capiscono la nostra passione e la bellezza di rimanere immersi nella natura di montagna per ora a fare quello che amiamo, che affrontano questa prova sono davvero pochi, si contano in totale 7 squadre di cui 5 team maschili 1 team misto e 1 team femminile.

Terminato il briefing ci dirigiamo verso il parco giochi in cui è situata la partenza, ci posizioniamo davanti alle carte di gara e attendiamo i rintocchi delle campane della chiesa che indicano le 8:00 e che danno il via alla gara.



Al contrario di come si potrebbe immaginare una mass start, con gli atleti che spingono per uscire per primi dal parchetto, siamo partiti tutti con molta calma consapevoli che la gara è lunga e il percorso avrebbe messo ognuno al suo posto!

Al primo punto solo il team degli Agressive Panda 2 (io e Lorenzo) sceglie di girare attorno alla chiesa e prenderla da sotto, la scelta ha pagato perché giungiamo sul punto ( ma così anche al secondo) con il team che è nettamente favorito in questa gara composto da Emiliano Corona e Andrea Villa, usciti dal punto 2 prendiamo strade diverse, o meglio li perdo di vista, ed io ero convinto che avessero già preso il largo invece al dopo aver punzonato il punto tre li vediamo arrivare dietro di noi, che in quel momento siamo stati ripresi dai Magenes, peccato che andando alla 4 non vediamo un bivio e continuiamo a salire fino a che giungiamo a dei roccioni 3 curve di livello più su, la carta era con equidistanza 20 m fate voi i conti, che riconosco, riscendiamo e preso dall’alto si vede e ci diamo degli stupidi o almeno… è quello che faccio io…

Giungiamo tutti e 6 al punto 4, si esatto siamo in sei oltre a noi e ai Magenes ci hanno recuperato l’unica coppia mista, appena Lorenzo ha timbrato la 4 partiamo in salita verso la 5 con una tattica ben precisa, fino a che eravamo su sentiero in testa a guidare e dare il ritmo c’ero io poi quando bisognava tagliare passava davanti Lorenzo, questa tattica da i suoi frutti e riusciamo a staccare le altre due coppie!

Quello che non sappiamo è che la coppia dei Tuscania ci è davanti, e quando arriviamo alla 5 e li vediamo uscire dal punto ci arrabbiamo e parecchio perché sappiamo che deriva tutto dall’errore alla 4, punzonato la 5 ci lanciamo in discesa con un unico obiettivo prenderli!

Andiamo regolare ma aggressivi, conduco io per la 6 mentre Lore valuta come affrontare la tratta lunga e ne discuteremo nell’andare alla 7.
Arriviamo in zona 7 e ci troviamo una bel nebbione che ci impedisce di vedere il bel panorama ma alla 8 in cima al monte Rai la nebbia si apre e anche se per poco ci godiamo il paesaggio prima di lanciarci in discesa per affrontare la tratta lunga che ci vedrà passare su un sentiero in mezzo a dei roccioni che si rivelano più corribili di quanto ci aspettavamo. Passato questo bel tratto tecnico sui sassi, mentre leggo la carta per poi andare davanti a dare il cambio al Lore inciampo e cado a terra battendo entrambe la mani e le ginocchia, ma nulla di grave, rassicuro il mio compagno e ripartiamo subito verso la 9 ma prima faremo una sosta programmata a Sambrosera per rifornirci d’acqua.
Alla 9 troviamo Luca Pompele che fa le foto e ci aggiorna dicendoci che i primi hanno circa 1 ora di vantaggio su di noi e che noi siamo i secondi a transitare a quel punto, dopo una piccola pausa partiamo verso la 10 tratta non lunghissima ma che ci farà percorrere 627 m di dislivello praticamente senza un metro di discesa, ovviamente in questa tratta in cui il sole poteva starsene tranquillo dietro alle nuvole decide invece di venire a farci visita facendomi patire più del previsto la salita.



Poco sotto la vetta veniamo ripresi dai Magenes che erano un po’ in crisi e ci chiedono un gel ed essendo io abbastanza fornito glielo cedo senza ripensamenti, una volta che ci siamo assicurati che tutti stavano bene siamo ripartiti verso la 10.

Scendendo dalla 10 abbiamo affrontato un pezzo di ferrata, Giuseppe scende per primo seguito da Francesco ma quest’ultimo non riesce ad affrontare l’ultimo pezzo allora decide di risalire, decido di scendere io, che ho un po’ più esperienza così che da sotto potessi dire hai due che sono rimasti su dove mettere i piedi per scendere senza farsi male.

Finito il tratto con la catena, mentre andiamo alla 11, parlando con il mio compagno decidiamo, che a questo punto è giusto andare avanti tutti insieme così faremo fino alla fine scambiandoci spesso alla guida del trenino così che tutti potessero riposare un po’ la testa.

Prima dell’ ultima discesa decidiamo di fare un arrivo in parata tutti insieme con l’obiettivo di rimanere sotto le 7 ore, per quanto mi riguarda l’obbiettivo è stato raggiunto avendo tagliato la linea del traguardo in 6 ore e 59 e poi con calma abbiamo punzonato il finish.

È stata un’esperienza bellissima sicuramente da ripetere chissà magari anche l’anno prossimo…  







lunedì 14 maggio 2018

Secondo Week End Nazionale


Sono un po’ in ritardo lo so ma non mi dilungo molto per questo post.

La gara sprint è stata molto divertente e tracciata molto bene da Federico Venezian, sono molto contento della mia prova che è partita a tutta ma arrivato quasi alla fine ho alzato il piede dall’acceleratore per tenermi un po’ per la Long del giorno dopo in Cansiglio.






Come avevamo auspicato, la long tracciata da Roland Pin è stata molto fisica e impegnativa.

Io parto subito male faccio un mega errore alla 1 e Andrea Bruno mi prende e a quel punto mi attacco a lui e mi impongo di mantenere la testa sulla carta che anche se lui mi fa da treno posso sfruttare la giornata come allenamento per capire come si orienta Andrea che ha molta ma molta più 
esperienza di me.

Stranamente mantengo la concentrazione per tutta la gara e nell’ultima tratta decido di testare le mie gambe in vista del Nirvana Raid quindi mi lancio in discesa staccando Andrea.

Lo so non è estato molto sportiva ma come ho detto lo fatto per capire a che punto ero nella preparazione per i Luunghi





mercoledì 11 aprile 2018

Risultato inaspettato alla Coppa Italia Montello Est


La prima gara di Coppa Italia 2018 si svolge sulla carta di Montello Est un bosco molto verde pieno di rovi (ricordava i boschi brianzoli) e con tanti sentieri.

Arrivati al ritrovo ci posizioniamo vicino al rettilineo d’arrivo e la prima cosa che mi salta all’occhio con l’arrivo dei primi concorrenti è che per arrivare alla 100 c’è una bella rampa da fare se si vuole evitare di fare il giro su sentiero, due scelte che dipendono molto da dove sarà posizionato il nostro penultimo punto, ma in cuor mio spero di dover affrontare la rampa.

Come sempre mi preparo in modo molto minuzioso cercando la concentrazione nei gesti che accompagnano tutte le mie gare in bosco, una volta pronto inizio a scaldarmi facendo qualche giro nel parcheggio e poi mi dirigo verso la partenza dove terminerò la fase di riscaldamento con qualche allungo.

Per questa gara ho molti obiettivi i primi due sono uguali per tutte le gare: divertirmi, ovvio, e dare tutto in particolare per questa gara dove corro contro il mio allenatore GPM.

Stranamente durante il riscaldamento sono molto tranquillo, forse perché inizio a ricordare le belle sensazioni avute durante l’allenamento ( che ho fatto dopo la VEnotte) lo stesso che ha fatto la nazionale italiana di CO su una carta del Montello.

Arriva il mio turno e si parte, la prima parte di gara è come me l’aspettavo, molto veloce su sentieri ma anche orientisticamente abbastanza noiosa perché era molto facile, si va avanti così fino alla tratta 4-5 dove si giunge in una zona tecnica, dove mi riprende Andrea Bruno, e ci rimarremo fino alla 9 prima di una tratta lunga che porterà alla 10.

Arrivando alla 10 si capisce che i verdi segnati in carta non erano così accurati come dovevano essere, infatti, il verde che c’è tra la croce magenta del pronto soccorso e il sentiero che passa poco sotto la 10, in realtà arriva vino al sentiero e non si ferma 3-4 linee di livello sopra.

Finito questa parte un po’ più interessante a livello tecnico si passa ad altri 3 punti molto semplici che conducono all’ arrivo.

Sono stra soddisfatto della mia prova impiego 49:53 per uscire da questo bosco di rovi ma quello che mi rende ancora più felice che per una volta sono il primo Agorosso dopo i Seppi, Caraglio e Barbone.

Dopo questa bella prova si pensa alla long di fine Aprile in Cansiglio